L’IPNOSI
MEDICA AL GIORNO D’OGGI: UNA TECNICA MILLENARIA VOLTA ALL’AVVENIRE
C’era una volta l’essere umano, all’inizio della sua storia. Fragile di fronte alle difficoltà dell’ambiente nel quale viveva, l’essere
umano trovò conforto e guarigione in sé stesso, aiutato in questo da sciamani che andavano sempre più delineandosi come figure in
grado di incanalare in un cammino di miglioramento le risorse di ciascun individuo.
Poi con il passare del tempo e l’evoluzione della società, lo sciamano lasciò il posto ai guaritori, poi ai medici, e il potere di
guarigione diventò una cura somministrata dal’esterno. Questo percorso ha portato un miglioramento della maggior parte delle
patologie che affliggono gli esseri umani; abbiamo però perso la consapevolezza di poter almeno in parte influire sul nostro benessere.
In questo senso, l’ipnosi medica è la riscoperta di questa consapevolezza.
“Tutti i grandi cambiamenti hanno origine nella nostra mente” (Oscar Wilde)
L’ipnosi si basa sulla capacità innata della mente di modulare le percezioni, in entrata come in
uscita, per esempio quando viviamo qualcosa di particolarmente intenso o gradevole e non ci rendiamo
conto delle condizioni aatmosferiche, delle conversazioni intorno a noi, del paesaggio che abbiamo davanti agli occhi…
Si tratta di una modalità di funzionamento specifica del cervello, che applichiamo regolarmente
ogni 90 minuti circa, per rilassare la mente e permetterle di essere il più vigile possibile in seguito: le fantasticherie, il sogno ad occhi aperti. Lo stato ipnotico infatti non è una fase del sonno, bensì della veglia.
Un importante passo avanti nella comprensione dello stato ipnotico viene dalle neuroscienze. Lo
studio delle immagini cerebrali in risonanza magnetica funzionale (tecnica radiologica che permette
di osservare in tempo reale quali aree cerebrali sono responsabili di determinate attività) ha
permesso di notare come il cervello non faccia differenza tra ciò che avviene in realtà e ciò che avviene in stato di trance. Questo permette al cervello di considerare reali le esperienze vissute in stato ipnotico e di utilizzarle in seguito come punto di partenza: ce l’ho fatta una volta, posso farcela ancora.
Il cervello, che già sa modulare automaticamente l’intensità o la qualità di alcuni segnali (si pensi
per esempio quando ci si ferisce, sul momento non si sente quasi alcun dolore; quello viene in
seguito, quando ce lo si può permettere…) può imparare a modulare questi segnali anche
volontariamente
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel vedere nuovi mondi, ma nell’avere nuovi occhi “(Marcel Proust)
In questo contesto si inseriscono tutte le tecniche dell’ipnosi medica. Il medico (o psicologo, o infermiere,
o levatrice) adeguatamente formato accompagna il paziente a sperimentare in consultazione alcune tecniche di modulazione di
percezioni ed emozioni, in modo che poi il paziente possa utilizzare queste stesse tecniche in piena autonomia in caso di necessità. In
ogni istante il paziente è pienamente cosciente e consapevole di ciò che avviene in consultazione, proprio perché l’obiettivo
primario dell’ipnosi medica è quello di valorizzare le competenze del paziente e renderlo attento alle sue capacità di
gestire autonomamente determinate situazioni. Non c’è nulla di più diverso dall’ipnosi da circo.
Dal momento in cui una persona osserva un cambiamento nella sua capacità di gestione delle difficoltà, per le quali non necessità più sistematicamente di un elemento esterno ma trova in sé risorse e competenze utili, avviene anche un cambiamento di punto di vista; la persona non si sente più in balìa degli eventi, ma ritrova la consapevolezza di poter fare qualcosa di utile per sé. E magari di inventarsi altri modi di applicare queste tecniche.
Nicole Ferrera Espinosa
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